
Distacco della placenta: i fattori di rischio
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Nel corso di una gravidanza possono sempre verificarsi degli imprevisti, più o meno spiacevoli; tra questi rientra il distacco della placenta, cioè quando la placenta si stacca prematuramente e insolitamente dall’utero. Questo fenomeno, se grave, può seriamente mettere in pericolo la salute sia della madre, sia del bambino.
Ancora oggi, non si conoscono le effettive cause che comportano il distaccamento della placenta, si conoscono, però, i vari fattori di rischio e, se si interviene tempestivamente, è possibile salvare la vita di mamma e figlio.
Cos’è la placenta?
La placenta è un organo che origina all’interno dell’utero in occasione di una gravidanza, perché il suo compito prevede di nutrire, sostenere e proteggere lo sviluppo del feto; di conseguenza, consiste in un organo temporaneo, che verrà espulso a seguito del parto.
La sua origine è duplice: materna e fetale. La prima deriva dall’endometrio dell’utero, mentre la seconda coincide con i villi coriali, cioè dei prolungamenti della placenta che, affondando nell’utero, prelevano le sostanze nutritive e l’ossigeno necessari al feto direttamente dai vasi sanguigni della mamma. Questi ultimi vengono condotti, poi, al bambino attraverso il cordone ombelicale.
Cos’è il distacco di placenta?
Il distacco della placenta, chiamato anche distacco placentare, consiste nella separazione improvvisa e prematura della placenta dalla parete interna dell’utero. Come accennato, è un evento molto pericoloso per la vita sia della mamma, sia del nascituro; non a caso, è tra le principali cause di emorragia antepartum che, a sua volta, rientra tra le ragioni più importanti di morte materna e fetale.
In base alla quantità di placenta che si stacca dall’utero si parla di:
- distacco di placenta lieve: si stacca meno di ¼ di superficie;
- distacco di placenta moderato: si stacca da ¼ a ⅔ di superficie;
- distacco di placenta grave: si stacca più di ⅔ di superficie.
Più è ampia la superficie distaccata e più si aggrava la situazione. A incidere ulteriormente è la settimana di gestazione in cui si verifica l’episodio, perché più la gravidanza è avanzata e peggiori possono essere le conseguenze per mamma e figlio.
Quali sono le cause e i fattori di rischio?
Come accennato inizialmente, non si conoscono le cause certe del distacco di placenta; tuttavia, esistono numerosi fattori di rischio che ne favoriscono l’insorgenza. In particolare:
- trauma addominale, a seguito di una caduta o di un incidente stradale;
- gravidanza multipla, in cui il parto del primo bambino può alterare l’anatomia dell’utero causando, appunto, il distacco della placenta;
- età della madre, se superiore ai 40 anni;
- alterazione della coagulazione sanguigna, legata a disordini che incidono sulla capacità del sangue di coagulare;
- rottura prematura del sacco amniotico, cioè della membrana che racchiude il liquido;
- ipertensione, cronica o conseguente alla gravidanza;
- episodio precedente di distacco di placenta, che aumenta la probabilità che si ripeta;
- fumo e abuso di droghe, soprattutto di cocaina;
- infezioni intrauterine, causate da patogeni della cavità vaginale.
Quali sono i sintomi del distacco di placenta?
Nel momento in cui avviene un distacco di placenta, i sintomi si manifestano sia nella madre, sia nel nascituro.
Sintomi distaccamento placenta nella madre
- sanguinamento (emorragia antepartum);
- dolore addominale;
- dolore lombare;
- contrazioni dell’utero;
- shock;
- utero fragile.
Sintomi distaccamento placenta nel bambino
- ipossia, cioè carenza di ossigeno;
- minore frequenza cardiaca;
- distress fetale.
I sintomi variano di caso in caso e in base alla gravità del distacco; in ogni caso, l’unico sintomo ricorrente e comune è sicuramente l’emorragia.
Quali sono le conseguenze dell’emorragia antepartum?
Il sanguinamento a seguito del distacco di placenta comporta conseguenze sia per la madre, sia per il feto:
- per la madre: incorre in shock emorragico o ipovolemico, che può portare anche alla morte;
- per il feto: incorre in carenza di ossigeno, cioè ipossia, e in distress fetale. Quest’ultimo indica una serie di disturbi diversi compresi anomalie cardiache, accrescimento intrauterino ridotto e oligoidramnios.
Quali sono le complicazioni causate dal distacco di placenta?
Come sottolineato più volte, il distacco di placenta mette a serio rischio la vita di mamma e figlio. Per quanto riguarda la prima, oltre allo shock emorragico possono insorgere anche disordini coagulativi, insufficienza renale e la necessità di ricorrere a un’isterectomia; il merito al secondo, invece, oltre a distress fetale e ipossia, possono presentarsi nascita prematura o morte intrauterina.
Quando bisogna rivolgersi al medico?
Una donna in stato di gravidanza deve immediatamente andare in pronto soccorso o contattare il suo medico nei seguenti casi:
- quando avverte dolore lombare e addominale;
- quando avverte rapire contrazioni uterine;
- quando è soggetta a sanguinamento vaginale.
Come si diagnostica il distacco di placenta?
Il distacco di placenta si diagnostica tramite un accurato esame fisico a opera del ginecologo, che valuta i sintomi precedentemente elencati. In occasione della visita, è possibile eseguire anche un’ecografia, nonostante il suo esito non sia sempre affidabile; nel caso in cui, infatti, il distacco della placenta sia in corso, le immagine ecografiche potrebbero comunque non presentare alcuna anomalia.
Come si interviene in caso di distacco di placenta?
È possibile intervenire con alcune contromisure terapeutiche che, nei casi più gravi, possono salvare la vita di mamma e figlio. In generale, le procedure messe in atto sono due:
Trasfusione di sangue per la madre
Una trasfusione serve per riequilibrare il volume di sangue perso dalla madre per via dell’emorragia antepartum. Le quantità dipendono, ovviamente, dalla gravità del distacco placentare.
Quando si procede con la trasfusione è opportuno misurare, a intervalli regolari, la pressione venosa; questo serve a monitorare la pressione sanguigna che, a seguito della procedura, potrebbe innalzarsi e causare (nel peggiore dei casi) un edema polmonare.
Parti anticipato per il bambino
Optare per la nascita anticipata del feto dipende da diversi fattori, tra cui:
- settimana di gravidanza in corso;
- presenza di distress fetale;
- gravità del distacco di placenta;
- stato di salute della mamma.
Se il bambino non è ancora del tutto maturo (ci si trova, quindi, prima della 34esima settimana di gravidanza) e non mostra segni di distress fetale, allora si opta per un ricovero ospedaliero della madre per monitorare costantemente l’evolversi della situazione e procedere con una trasfusione di sangue.
Se la gravidanza è a termine, quindi oltre la 34esima settimana, e il distacco della placenta è lieve, allora la madre viene ricoverata e si cerca di procedere con un parto vaginale.
La situazione cambia nel momento in cui il distacco placentare dovesse peggiorare: in questo caso, si deve agire immediatamente procedendo con un parto cesareo.
Si può prevenire il distacco di placenta?
Il distacco di placenta, come ribadito, è un fenomeno improvviso e non prevedibile; tuttavia, la gestante può fare attenzione ad alcune abitudini quotidiane per prevenire eventuali rischi, come evitare di fumare e fare uso di droghe, monitorare la pressione sanguigna e seguire uno stile di vita sano ed equilibrato.
Si possono avere altre gravidanze dopo un distacco di placenta?
Dipende. Il consiglio è di rivolgersi sempre al proprio ginecologo prima di cercare un’altra gravidanza. In base allo stato di salute e ad altri eventuali fattori presenti, solo il medico può decidere se e come comportarsi.

AUTORE
Dott.ssa Cristina Passadore
Ginecologo Milano
La Dott.ssa Cristina Passadore è una specialista in Ginecologia e Ostetricia con oltre due decenni di esperienza a Milano. Con una vasta esperienza clinica accumulata in istituzioni prestigiose come l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Ospedale San Raffaele.
Il suo interesse per il benessere completo della donna, sia fisico che spirituale, si riflette nell’approccio olistico e attento che adotta con ogni paziente. La Dott.ssa Passadore è anche una Specialista Referente del Consolato Americano per la cura di pazienti stranieri e una Consulente Tecnica d’Ufficio del Tribunale di Milano.