Che cos’è l’imene? Ecco una domanda da 100 milioni di dollari. Ci sono tante ‘fake news’ da correggere sull’argomento e altrettante leggende metropolitane da distruggere. Un esempio? Si tramanda, di orecchio in orecchio, che: “L’imene si laceri alla prima penetrazione, ma anche che quest’ultimo, durante il primo rapporto sessuale causi un sanguinamento”. Per finire si dice che “la presenza dell’imene sia garanzia di verginità”. Informazioni, queste, solo in piccola parte corretta.

Diciamo la verità uomini e donne paiono avere idee piuttosto confusi sull’imene, sulla sua collocazione nel corpo femminile e sulle sue funzioni. Come mai? Colpa dei tabù legati al sesso e all’apparato genitale, ma anche colpa di dicerie e credenze che hanno preso sempre più piede a scapito delle informazioni scientificiche e mediche. Meglio dunque fare chiarezza.

Che cos’è l’imene?

La parola imene deriva dal greco hymén e significa pelle o membrana. Il termine fa riferimento dunque a una membrana mucosa, più o meno flessibile, che ricopre quantomeno parzialmente l’orifizio esterno della vagina. Tale membrana separa cioè il vestibolo della vagina.

Anatomia dell’imene: come è fatto?

Come è fatto l’imene? Guardandolo attentamente sembra una specie di piega, rivestita all’interno da un epitelio simile a quello vaginale e all’esterno da una sottile epidermide. I due differenti strati nascondono e proteggono un tessuto ricco di fibre elastiche, vasi e terminazioni nervose.

Altra informazione importante? Così come avviene per altre parti del corpo anche l’imene varia di donna in donna e di età in età. Può non essere presente. Può essere più o meno elastico o più o meno spesso. A variare non è solo la forma ma anche il colore che passa dal rosa al biancastro.

Questa particolare parte del corpo femminile presenta oltretutto diverse variazioni morfologiche. Quali?

L’apertura centrale può avere, ad esempio, una forma arrotondata e sembrare una semiluna. La membrana può presentare, però, anche più di un foro. Al contrario, infine, esiste anche l’imene imperforato. In questo caso la membrana ricopre completamente l’orifizio mediante il quale il canale vaginale si apre all’esterno. Quando l’imene ricopre l’intera apertura occorre, però, rivolgersi al proprio medico di fiducia e sottoporsi, eventualmente, ad un piccolo intervento chirurgico. Il motivo? Aiutare ad esempio il deflusso del sangue mestruale.

Imene Ginecologo Milano

I falsi miti: le funzioni dell’imene

Per comprendere i falsi miti che si sono creati intorno all’imene dobbiamo ritornare all’etimologia della parola e far riferimento al mondo greco. Attraverso il termine hymén si faceva riferimento, in epoca greco-romana, al Dio che nella mitologia presiedeva le nozze. A Imene spettava il compito di camminare davanti ad ogni corteo nuziale e proteggere e vegliare su ogni celebrazione, ogni unione.

Da questo concetto si sono sviluppate credenze popolari per cui l’imene è diventato il simbolo di verginità e purezza. La presenza di tale membrana è dunque diventato simbolo del fatto che la donna arrivi al matrimonio inviolata.

Eppure l’imene non si lacera solamente con la penetrazione durante il primo rapporto sessuale. La sua integrità non può dunque accertare con certezza la verginità di una donna.

La membrana imenale, infatti, può lacerarsi anche per altri motivi che nulla hanno a che vedere con un rapporto sessuale. Fra le cause vi sono, ad esempio: una caduta rovinosa dalla bicicletta, ma anche l’uso di assorbenti interni o l’uso della coppetta interna.

Proprio per mettere al bando il falso mito che lega imene e verginità, nell’ormai lontano 2009 un’associazione svedese aveva proposto di abbandonare la parola “imene” a favore di “corona vaginale” per poter far sì che si perdesse la convinzione che questa membrana fosse uno scudo contro la penetrazione. Nel 2017 la Norvegia, dopo alcune discussioni con medici, ostetriche e femministe, ha, invece, deciso di sostituire la parola “imene” con “ghirlanda vaginale”.

Il primo rapporto sessuale: la funzione dell’imene

Cosa succede dunque durante il primo rapporto sessuale? Quale funzione svolge l’imene? Diversi studi medici hanno messo in luce come tale membrana non impedisca la penetrazione e non venga lacerata durante l’atto. L’imene non è uno scudo, un guscio o una barriera. Deve essere immaginato piuttosto come ripiegamento di tessuti che nella maggior parte dei casi presenta almeno un’apertura. Vista l’elevata elasticità la membrana ha oltretutto la capacità di non spezzarsi o rompersi e di adattarsi ad ogni situazione. Ecco perché è possibile che l’imene non mostri alcuna traccia dell’avvenuto rapporto sessuale.

Insomma la prima penetrazione può essere del tutto irrilevante e passare completamente inosservata. Una penetrazione regolare, invece, potrebbe comportare una maggiore flessibilità.

Altri studi hanno poi spiegato come l’imene possa guarire rapidamente senza che si possano poi scoprire tracce di precedenti lacerazioni.
Visto quanto provato dalla scienza, come può dunque l’imene essere ritenuto il simbolo della verginità di una donna? La scienza ha spiegato l’infondatezza di una credenza popolare, ma smantellare un concetto errato che anno dopo anno si è radicato nella cultura umana pare essere davvero complicato. Nonostante ciò la presenza della volontà di alcune associazioni di cambiare nome all’imene presenta piccoli passi verso un grande cambiamento culturale.

Durante il primo rapporto sessuale l’imene viene sollecitato per lasciare entrare un pene. Tale sollecitamento può provocare un sanguinamento, ma è più probabile che a causare le perdite ematiche sia la rigidità della corona vaginale.

Il dolore che la donna avverte, invece, è causato, soprattutto dalla poca lubrificazione o al fatto che i muscoli della vagina siano troppo contratti. L’eccitazione e l’agitazione che comportano il primo rapporto. Si avverte dolore dunque proprio perché si rimane rigidi e si tengono tutti i muscoli contratti e in tensione, invece di rilassarsi e godersi il momento.
La lacerazione dell’imene, invece, proprio a causa della sollecitazione del pene, al posto di causare grossi dolori, può creare qualche lieve bruciore.

A creare il falso mito legato alla lacerazione dell’imene durante il primo rapporto sessuale sono stati anche possibili problemi di vaginismo e dispareunia. Molti giovani donne accusano, infatti, tali problematiche e senza rivolgersi al proprio ginecologo o al proprio medico di fiducia ritengono erroneamente l’imene la causa delle sensazioni spiacevoli provate. Una buona educazione sessuale ed una approfondita conoscenza del proprio corpo, però, potrebbero creare un più sano rapporto con la sessualità attiva e prevenire determinati disagi.