Tutti i benefici della vitamina D per le ossa (e non solo)

Vitamina D: tutti i benefici (non solo) per le ossa

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La vitamina D è conosciuta da tutti come, appunto, una vitamina; eppure è più un ormone, in quanto viene prodotta direttamente dall’organismo e solo in minima parte assunta tramite gli alimenti. In particolare, la vitamina D coinvolge due sostanze diverse con funzioni simili:

  • la vitamina D2 (o ergocalciferolo) di origine vegetale;
  • la vitamina D3 (o colecalciferolo) di origine animale.

Nello specifico, la vitamina D3 si forma nella cute, dove il colesterolo endogeno viene trasformato dai raggi ultravioletti del sole. Dato che non è solubile in acqua, dopo essere stata prodotta dalla cute o assorbita nell’intestino, si lega a proteine specifiche che la trasportano prima nel fegato e poi nel rene, dove viene modificata e attivata affinché possa svolgere le sue funzioni. La vitamina D che non viene utilizzata, invece, viene conservata nel fegato fino a quando l’organismo non ne farà richiesta.

A cosa serve la vitamina D?

La vitamina D è “famosa” per i suoi effetti benefici nei confronti delle ossa ed è assolutamente vero: tra le sue principali funzioni, infatti, rientra il mantenimento dei giusti livelli di calcio e fosforo nel sangue, nei reni e nelle ossa.

Sia il calcio, che il fosforo vengono introdotti nell’organismo attraverso l’alimentazione e possono essere assorbiti dall’intestino grazie a specifici trasportatori, cioè proteine che favoriscono il passaggio dall’intestino al sangue; se la vitamina D non ci fosse verrebbe assorbito solo il 10-15% di calcio, mentre grazie alla sua presenza è possibile assorbirne anche il 30% per arrivare anche all’80%.

Vitamina D e salute delle ossa

Le ossa contengono il 99% del calcio presente nel corpo; il ruolo della vitamina D consiste nel controllare l’azione delle osteoclasti, le cellule che liberano (se necessario) il calcio presente nelle ossa.

Se i livelli di vitamina D sono bassi, il controllo dell’assorbimento intestinale del calcio viene a mancare e, di conseguenza, la sostanza viene rilasciata dalle ossa causando il rachitismo nei bambini e l’osteomalacia negli adulti. Inoltre, la carenza di vitamina D è la principale causa di osteoporosi.

Vitamina D e rachitismo

Il rachitismo è una patologia tipica dell’età infantile e si caratterizza per una crescita ridotta, con ossa lunghe, morbide, deboli e deformate che si piegano sotto il peso del bambino nel momento in cui inizia a camminare.

Questa condizione comporta l’inarcamento dei femori verso l’esterno e può essere causata sia dalla mancanza di vitamina D, sia dalla carenza di calcio e/o fosforo; attualmente, è particolarmente diffusa nei Paesi più poveri, come l’Africa, l’Asia e il medio Oriente, e nelle persone con disturbi genetici caratterizzati, appunto, dalla carenza di pseudovitamina D.

Inoltre, anche la carenza di vitamina D nella madre può causare una malattia ossea prima della nascita e la compromissione della qualità scheletrica dopo la nascita. Non a caso, un basso livello di vitamina D è la principale causa di rachitismo tra i bambini; a seguire, la scarsa esposizione al sole e condizioni climatiche avverse.

Vitamina D e osteomalacia

L’osteomalacia è una malattia che colpisce gli adulti ed è causata da una carenza di vitamina D. Si manifesta con ossa molli, il che provoca:

  • flessione della colonna vertebrale;
  • incurvatura delle gambe;
  • debolezza muscolare;
  • fragilità ossea;
  • aumento del rischio di fratture.

Altre funzioni della vitamina D

La vitamina D non incide solo a livello osseo, anzi: controlla, ad esempio, la crescita cellulare e rinforza le prime barriere di difesa dall’ambiente esterno, quindi la cute, le prime vie respiratorie e l’apparato gastrointestinale. Non solo, che favorisce la formazione di nuovi linfociti T e B2.

La vitamina D è coinvolta in numerosi processi dell’organismo e una sua carenza non ha ripercussioni solo a livello osseo, ma può causare anche gravi malattie come:

  • depressione;
  • patologie cardiovascolari;
  • patologie autoimmuni, come morbo di Chron e sclerosi multipla;
  • diabete;
  • dermatiti;
  • psoriasi.

Quanta vitamina D bisogna assumere giornalmente?

Date le conseguenze, anche gravi, di una carenza di vitamina D, è necessario garantire all’organismo un adeguato apporto giornaliero indipendentemente dall’età. In ogni caso, le dosi raccomandate sono le seguenti:

  • 600 UI (circa 15 mg) di vitamina D al giorno per i soggetti con un’età compresa tra 1 e 70 anni;
  • circa 400 UI di vitamina D al giorno per i bambini sotto 1 anno di età;
  • poco più di 800 UI di vitamina D al giorno per gli over 70.

In genere, non è necessario aumentare la dose quotidiana di vitamina D durante la gravidanza e l’allattamento; tuttavia, è consigliato monitorarne costantemente i livelli nel sangue, che devono rimanere ottimali.

Quali sono gli alimenti più ricchi di vitamina D?

L’alimentazione è la prima fonte di approvvigionamento di vitamina D per l’organismo e, nonostante non riesca sempre a soddisfare il fabbisogno giornaliero, è molto importante inserire nella propria dieta alimenti ricchi sia di vitamina D3, sia di vitamina D2:

  • la vitamina D3 è presente in particolare nei pesci ricchi di grassi come salmone, sardine, aringhe e sgombri e si trova anche in uova, fegato, burro e alcuni latticini;
  • la vitamina D2, invece, è di origine vegetale e si trova nei funghi e nella frutta secca.

Quanto influiscono i raggi solari sui livelli di vitamina D?

La quantità endogena di vitamina D deriva dall’esposizione ai raggi solari: bastano 5-10 minuti di esposizione di braccia e gambe al sole per fornire all’organismo circa 3mila UI di vitamina D.

Quando la vitamina D proveniente dai raggi solari è abbastanza, la sua produzione a livello cutaneo viene automaticamente bloccata, in modo da evitarne un accumulo eccessivo. La sua acquisizione è davvero variabile, perché dipende dall’entità dei raggi solari che colpiscono la pelle, dall’area geografica, dalla stagione, dalla presenza di smog e dal contenuto di melanina dei singoli soggetti colpiti.

Inoltre, con l’invecchiamento la cute perde notevolmente la capacità di formare vitamina D a seguito dell’esposizione al sole, tanto che moltissimi anziani accusano una sua carenza.

Bisogna, infine, sottolineare che esporsi eccessivamente ai raggi solari comporta non pochi rischi, primo tra tutti la formazione di melanomi; per prevenire è necessario applicare creme protettive specifiche ed evitare l’esposizione al sole nelle giornate e nelle ore più calde.

Un eccesso di vitamina D può essere tossico?

La risposta è sì: se la quantità di vitamina D nell’organismo è eccessiva, allora si rivela dannosa per la salute. Nello specifico causa un accumulo di calcio nel sangue che, a sua volta, può provocare alterazioni molto gravi come:

  • sintomi neurologici, quali letargia, confusione e coma;
  • sintomi cardiovascolari, quali aritmie;
  • sintomi gastrointestinali, quali vomito e costipazione;
  • sintomi renali, quali coliche per la formazione di calcoli e poliuria;
  • sintomi muscolari, quali spasmi e calcificazioni muscolari e tendinei.

Queste condizioni si manifestano quando i livelli di vitamina D nel sangue sono molto elevati, cioè superiori a 40mila UI. Si tratta di livelli difficili da raggiungere, a meno che non si faccia un uso spropositato e inadeguato di integratori. Ecco perché chiunque, ma soprattutto le donne in gravidanza o in fase di allattamento, devono sempre consultare il medico prima di assumere un integratore che contenga vitamina D.

Dottoressa Cristina Passadore - Ginecologo Milano

AUTORE

Dott.ssa Cristina Passadore

Ginecologo Milano

La Dott.ssa Cristina Passadore è una specialista in Ginecologia e Ostetricia con oltre due decenni di esperienza a Milano. Con una vasta esperienza clinica accumulata in istituzioni prestigiose come l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Ospedale San Raffaele.

Il suo interesse per il benessere completo della donna, sia fisico che spirituale, si riflette nell’approccio olistico e attento che adotta con ogni paziente. La Dott.ssa Passadore è anche una Specialista Referente del Consolato Americano per la cura di pazienti stranieri e una Consulente Tecnica d’Ufficio del Tribunale di Milano.