L’ovulazione dopo una salpingectomia

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Cos’è la salpingectomia?

Gravidanza e fertilità possono dipendere da differenti fattori; le tube di Falloppio influiscono notevolmente sulla capacità di concepimento. In alcuni casi, però, può essere necessaria per la salute della donna l’ablazione (rimozione) di una o di entrambe le salpingi (più note come tube).

La salpingectomia è l’asportazione chirurgica di una (monolaterale) o di entrambe (bilaterale) le tube di Falloppio. Una salpingectomia può quindi essere parziale o totale e, nello stesso tempo, essere eseguita in contemporanea ad altre procedure come l’ooforectomia, l’isterectomia e il parto cesareo.
La salpingectomia può essere consigliata dal medico nel caso si presentino i seguenti problemi:

  • una gravidanza extrauterina;
  • sactosalpinge;
  • una tuba di Falloppio rotta;
  • un’infezione;
  • carcinoma della tuba di Falloppio.

Tube di Falloppio: anatomia e funzione

Le tube di Falloppio sono posizionate tra l’utero e le ovaie. La loro forma ricorda quella di un imbuto, o meglio ancora di una tromba, ragione del loro nome “salpinx” o “tube”, a ricordare gli strumenti a fiato. Attraverso questi condotti passano spermatozoi e ovuli, consentendone la fecondazione.

Le tube, della lunghezza di circa 7-8 cm, poste sotto la parte inferiore della cavità addominale, permettono la comunicazione (sia da un lato che dall’altro) dell’ovaio con la parte superiore dell’utero.

Al suo estremo più largo (noto come padiglione), la tuba si divide in sottili sezioni, le fimbrie, che sono a stretto contatto con l’ovaio; le contrazioni muscolari della parete della tuba muovono le fimbrie, portando l’ovulo a cadere nel padiglione.

Dopo un rapporto sessuale, gli spermatozoi dall’utero attraversano quasi tutta la tuba; le secrezioni favoriscono l’avanzare degli spermatozoi e dell’ovulo per la fecondazione e continuano a “nutrire” l’ovulo fecondato, sino al momento in cui non raggiunge l’utero.

Sintomi e cause della sactosalpinge

Sactosalpinge è il nome medico dato alla tuba di Falloppio ingrossata. Si tratta di una condizione patologica che presenta un aggregazione di liquido nella tuba, la quale assume un aspetto sovradisteso e cistico. Si tratta di un vero e proprio blocco degli osti tubarici (addominale e uterino) derivata da infiammazioni e spesso da endometriosi.

I sintomi della sactosalpinge includono forti dolori nella fase post-mestruale, con sofferenza nella zona del basso ventre. L’aumento del dolore è progressivo ed è spesso accompagnato da nausea, vomito, febbre, perdite vaginali, prurito e sanguinamenti mestruali inaspettati. La salpingectomia è una procedura spesso consigliata nei casi di sactosalpinge cronica con la conseguente asportazione della tuba o delle tube ingrossate.

Come viene eseguita la salpingectomia

La ginecologa discuterà con te la procedura di salpingectomia e ti fornirà tutta l’assistenza pre e post-operatoria. Le procedure saranno differenti nel caso in cui si tratti di salpingectomia addominale o laparoscopica. Scelta che sarà determinata da diversi fattori come le cause dell’intervento, l’età e la salute generale del paziente. L’intervento di salpingectomia si articola in diversi momenti:

  • Inizialmente avverrà la somministrazione dell’anestesia generale a cui può seguire un intervento laparoscopico o ad addome aperto;
  • Se l’esecuzione avviene laparoscopicamente, verranno fatte una o più piccole incisioni nell’addome, se si avrà un’esecuzione ad addome aperto la ferita sarà più grande;
  • Verrà quindi inserito un laparoscopio, un lungo tubo di metallo con una luce e una videocamera all’estremità, nell’addome assieme ad altri strumenti;
  • Verrà inserita dell’anidride carbonica nell’addome, al fine di sollevarlo e permettere al medico di lavorare;
  • In entrambe le procedure verranno asportate le tube di Falloppio;
  • Infine si avrà la richiusura con colla medica, nastro o punti ed infine il bendaggio;
  • Un impacco vaginale o un assorbente può essere applicato per ridurre gli effetti dell’emorragia.

Cosa comporta togliere le tube

La salpingectomia, quando riguarda entrambe le tube di Falloppio, comporta la privazione degli organi essenziali per la riproduzione dell’apparato genitale femminile. Risulta quindi che questa procedura chirurgica sia anche un metodo contraccettivo permanente a cui possono ricorrere spontaneamente tutte le donne in età fertile che non vogliano avere gravidanze.

La sterilizzazione non ha conseguenze sulla situazione ormonale: peli, voce e desiderio sessuale sono infatti derivati da ormoni prodotti dalle ovaie. La salpingectomia non comporta quindi sintomi di menopausa. Differentemente, un’asportazione di ovaie tramite isterectomia totale associata a salpingo-ooforectomia, può portare a menopausa precoce.

L’asportazione delle tube: le cause più comuni

Tra le cause più comuni che portano a intervenire per rimuovere le tube, troviamo:

  • gravidanza ectopica, si verifica quando l’impianto dell’embrione avviene fuori dalla cavità uterina;
  • idrosalpinge, ovvero una dilatazione delle tube per l’accumularsi progressivo nel lume tubarico di liquido, con conseguente infiammazione dell’area.

Se la rimozione è duplice, la fertilità è compromessa a tal punto che una gravidanza sarebbe possibile solo attraverso la pratica della fecondazione in vitro e dell’iperstimolazione ovarica.

Nonostante si tratti di un metodo contraccettivo irreversibile, esistono alcuni rari casi di gravidanza a seguito di salpingectomia. Si riscontrano, inoltre, dei casi in cui la salpingectomia ha influenzato anche la risposta ovarica alla stimolazione. Vediamo come.

Salpingectomia e gravidanza extrauterina

Circa lo 0,8-2% delle gravidanze avviene in sede extrauterina. Questa condizione si verifica nel caso in cui l’embrione si annidi esternamente all’utero e, nel 90% dei casi, questo dislocamento avviene in una delle tube. Si tratta di una condizione di massimo rischio per la madre poiché può dare origine a una rottura della tuba.

Nel caso in cui sia necessario l’intervento chirurgico l’’operazione avviene in laparotomia, mediante incisione dell’addome o in laparoscopia, con minuscole incisioni. Avviene quindi poi lo svuotamento della tuba, ma nel 20% dei casi è necessario un intervento di salpingectomia, nello specifico se il diametro della camera gestazionale è maggiore di 5 cm.

Gli effetti della salpingectomia sulla stimolazione ovarica

Uno studio complessivo, risultato di 25 indagini precedenti (4 prospettiche, 21 retrospettive), ha coinvolto 1.935 pazienti sottoposte a salpingectomia e 2893 pazienti senza alcun problema.

Alle donne, stimolate quotidianamente con una dose di gonadotropina, sono stati poi misurati:

  • i livelli di estradiolo;
  • il numero di ovociti raccolti;
  • i livelli basali di ormone follicolo-stimolante (FSH).

Quando i risultati sono stati confrontati con quelli delle pazienti con salpingectomia (bilaterale e unilaterale) è emerso che:

  • i livelli basali di FSH sono aumentati significativamente e la quantità di gonadotropine utilizzate per la stimolazione è stata più alta nel gruppo sottoposto a salpingectomia;
  • la durata della stimolazione, i livelli di estradiolo e il numero di ovociti raccolti erano simili.

Quando i risultati ottenuti dalle donne con salpingectomia bilaterale sono stati confrontati con quelli delle donne non sottoposte ad alcun intervento, è emerso che:

  • la durata della stimolazione e il livello di FSH basale sono risultati significativamente aumentati;
  • il numero di ovociti raccolti è risultato inferiore nelle donne che avevano subito l’intervento;
  • il livello di estradiolo non è stato influenzato dalla condizione.

Gli ultimi dati messi a confronto sono stati quelli delle donne con una sola tuba ed è stato dimostrato che:

  • nessuno dei parametri studiati è apparso significativamente diverso;
  • sono stati raccolti meno ovuli dal lato operato rispetto a quello controlaterale.

In conclusione, gli autori hanno così valutato gli effetti negativi che la salpingectomia ha sulla funzione ovulatoria.

Conseguenze dopo la salpingectomia: dolori e tempi di recupero

A seguito di ogni intervento chirurgico è necessario un periodo di monitoraggio. Il risveglio completo dall’anestesia richiede del tempo ed in seguito è possibile provare nausea e lieve dolore nella zona operata. Sarà fondamentale in questa fase seguire le istruzioni del tuo medico e, se necessario, aspettare alcuni giorni per riprendere le normali attività. Per almeno una settimana in seguito all’intervento non è consigliabile sollevare carichi pesanti o svolgere esercizio fisico.
Sarà di primaria urgenza chiamare il medico se:

  • avvertite febbre e brividi, aggravarsi di dolore o nausea;
  • notate arrossamento o gonfiore nella zona delle incisioni:
  • avete un sanguinamento vaginale o non riuscite a urinare.

Naturalmente un intervento di chirurgia laparoscopica comporterà tempi d’attesa minori rispetto alla chirurgia addominale, ma tendenzialmente si ha un recupero completo dalla salpingectomia entro tre-sei settimane dall’intervento chirurgico addominale o due-quattro settimane dalla laparoscopia.

Salpingectomia: meglio evitarla?

La risposta è sì. Nelle donne in età fertile è importante ridurre al minimo gli interventi che possono compromettere la funzione ovarica. Alcuni dei vasi sanguigni, legati al processo di ovulazione, potrebbero essere, infatti, compromessi dall’operazione.

La salpingectomia è necessaria nel trattamento delle gravidanze ectopiche tubariche più gravi. Nei casi di gravidanze tubariche più piccole si può procedere con una terapia medica per conservare la funzione ovarica.

L’approccio migliore è, dunque, quello di natura conservativa. In alternativa, si può valutare l’efficacia di una ricostruzione delle tube, o di una occlusione prossimale (soprattutto nei casi di idrosalpinge).

Sarà lo specialista a consigliare il miglior modo per salvaguardare la fertilità e garantire alle pazienti la meravigliosa esperienza della gravidanza.

Dottoressa Cristina Passadore - Ginecologo Milano

AUTORE

Dott.ssa Cristina Passadore

Ginecologo Milano

La Dott.ssa Cristina Passadore è una specialista in Ginecologia e Ostetricia con oltre due decenni di esperienza a Milano. Con una vasta esperienza clinica accumulata in istituzioni prestigiose come l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Ospedale San Raffaele.

Il suo interesse per il benessere completo della donna, sia fisico che spirituale, si riflette nell’approccio olistico e attento che adotta con ogni paziente. La Dott.ssa Passadore è anche una Specialista Referente del Consolato Americano per la cura di pazienti stranieri e una Consulente Tecnica d’Ufficio del Tribunale di Milano.