Ipertensione in gravidanza: cause, sintomi e terapie

Ipertensione in gravidanza: cause, sintomi e terapie

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In gravidanza la pressione sanguigna è un parametro di valutazione del benessere materno-fetale, pertanto rientra tra i valori da tenere costantemente monitorati.

A seguito delle alterazioni ormonali e dell’aumento del volume sanguigno, in gravidanza la pressione tende fisiologicamente a diminuire fino alla metà del II trimestre, per poi risalire fino al raggiungimento dei valori precedenti la gravidanza. Ovviamente questa non è una regola universale, che vale per tutte le future mamme, dato che ogni donna possiede caratteristiche uniche e specifiche.

Esattamente per questo motivo, è molto importante controllare la pressione sanguigna di una donna in gravidanza, anche perché le patologie legate a eventuali anomalie possono comportare problemi di salute sia per la mamma, sia per il nascituro.

Cos’è l’ipertensione gravidica o gestazionale?

L’ipertensione gravidica o gestazionale consiste nell’innalzamento della pressione arteriosa di una donna in dolce attesa. A differenza dell’ipertensione arteriosa che colpisce il resto della popolazione, quella gravidica impedisce il regolare afflusso di sangue anche alla placenta, provocando così non poche difficoltà per il feto.

Come si fa a capire se si soffre di ipertensione gravidica?

Per capire se si soffra o meno di ipertensione gravidica si utilizza (seguendo le linee guida nazionali e internazionali) il valore di soglia di pressione massima sistolica/diastolica di 140/90 mmHg.

La diagnosi avviene dopo almeno due rilevazioni allo stesso braccio a distanza di circa 15 minuti l’una dall’altra, seguite da un’ulteriore misurazione di conferma dopo 4-6 ore. Il tutto deve avvenire in un ambulatorio medico o in ospedale.

Secondo i dati nazionali, in Italia circa 1 gravidanza su 10 si complica proprio a causa della pressione arteriosa alta, che sia preesistente o comparsa entro la 20esima settimana di gravidanza. Di conseguenza, l’ipertensione gravidica è tra le condizioni da dover monitorare con maggiore attenzione e, se possibile, da prevenire con tutti i mezzi a disposizione.

Quali sono le cause dell’ipertensione in gravidanza?

A questa domanda è difficile rispondere, perché le cause della pressione alta in gravidanza non sono ben note. Quel che è certo è che esistono diversi fattori di rischio, ad esempio:

  • soffrire di problemi renali ancora prima della gravidanza;
  • avere un’età inferiore ai 18 anni e superiore ai 40 anni;
  • essere alla prima gravidanza;
  • avere una gravidanza gemellare;
  • soffrire di ipertensione già prima della gravidanza;
  • aver vissuto un episodio di preeclampsia nella gravidanza precedente;
  • essere in sovrappeso;
  • soffrire di diabete o di disturbi del sistema immunitario;
  • aver ricorso a tecniche di fecondazione assistita.

Le future madri che rientrano nei casi appena elencati devono, quindi, essere costantemente monitorate, oltre che educate a saper distinguere una condizione di ipertensione.

Quali sono i sintomi dell’ipertensione gravidica?

Saper riconoscere un innalzamento della pressione non è, poi, così difficile, dato che i sintomi sono piuttosto evidenti fin dall’esordio (nonostante, in alcuni casi, possano comparire gradualmente). I più comuni sono:

  • vista offuscata;
  • fotosensibilità;
  • mal di testa persistente;
  • dolore addominale;
  • gonfiore a mani, piedi e viso.

In presenza di questi sintomi è consigliato rivolgersi al proprio medico.

Quando insorge di solito l’ipertensione gestazionale?

L’ipertensione in gravidanza non insorge sempre nello stesso momento, e ciò dipende dalla tipologia di ipertensione che si manifesta. Si possono distinguere, in particolare, due tipi:

  • ipertensione gravidica classica: consiste in una condizione benigna che può sopraggiungere nelle ultime 4-6 settimane prima del parto;
  • preeclampsia: comporta seri rischi sia per la mamma, sia per il feto. Può manifestarsi nel II e nel III trimestre (in ogni caso dopo la 20esima settimana di gravidanza) ed è quasi sempre causa di parto prematuro.

Quali sono i rischi dell’ipertensione in gravidanza?

Soffrire di pressione alta in gravidanza contribuisce in modo significativo all’arresto dello sviluppo del feto, oltre che alla morbilità e alla mortalità fetale e neonatale. In particolare, nei Paesi occidentali l’ipertensione gravidica è la seconda causa di decesso materno (la prima è il tromboembolismo), dato che una mamma ipertesa è maggiormente predisposta alle seguenti complicazioni:

  • distacco della placenta;
  • emorragia cerebrale;
  • coagulazione intravasale disseminata;
  • insufficienza epatica e renale.

Cosa fare se si soffre di pressione alta in gravidanza?

I consigli dati alle donne che soffrono di ipertensione in gravidanza sono gli stessi che vengono forniti alle future mamme che non devono fronteggiare questo problema:

  • seguire un’alimentazione variegata, sana ed equilibrata, ricca di frutta e verdura e caratterizzata da piatti bilanciati;
  • praticare un’attività fisica leggera ma costante, che sia una semplice camminata di 20 minuti al giorno all’aria aperta o un corso di yoga/pilates;
  • assumere farmaci anti-ipertensivi categoricamente prescritti dal medico, nel caso in cui la situazione si rivelasse particolarmente delicata o pericolosa.

Per quanto riguarda le donne in gravidanza affette da ipertensione cronica, è bene sottolineare che devono gestire al meglio il proprio peso corporeo, facendo attenzione soprattutto alla quantità di sale aggiunta nei pasti consumati nel corso della giornata.

Le donne, invece, che manifestano ipertensione dopo la 20esima settimana devono sottoporsi a monitoraggio regolare, in modo da evitare la preeclampsia.

Si può prevenire l’ipertensione in gravidanza?

Le gravidanze fisiologiche, che non presentano complicazioni o fattori di rischio specifici o particolari, possono essere sottoposte a controllo della pressione giusto in occasione delle varie visite ginecologiche, per poi aumentare la frequenza nell’ultimo mese di gravidanza.

Nel corso dei mesi, inoltre, è sempre consigliato adottare uno stile di vita sano: dieta mediterranea, acqua in quantità per idratare al meglio i reni, niente fumo e alcol, peso corporeo nella norma e attività fisica regolare.

Ulteriori interventi di prevenzione possono essere adottati dalle donne con un’età superiore ai 35-40 anni che, per natura, sono più predisposte a rischi e complicazioni; in tal caso, può essere utile tenere un diario pressorio, sul quale annotare le varie misurazioni da riportare al ginecologo.

Dottoressa Cristina Passadore - Ginecologo Milano

AUTORE

Dott.ssa Cristina Passadore

Ginecologo Milano

La Dott.ssa Cristina Passadore è una specialista in Ginecologia e Ostetricia con oltre due decenni di esperienza a Milano. Con una vasta esperienza clinica accumulata in istituzioni prestigiose come l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Ospedale San Raffaele.

Il suo interesse per il benessere completo della donna, sia fisico che spirituale, si riflette nell’approccio olistico e attento che adotta con ogni paziente. La Dott.ssa Passadore è anche una Specialista Referente del Consolato Americano per la cura di pazienti stranieri e una Consulente Tecnica d’Ufficio del Tribunale di Milano.