
Diabete gestazionale: cause, diagnosi e terapie
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Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, con il termine “diabete mellito gestazionale” (dall’inglese Gestational Diabetes Mellitus – GDM) si indica un disordine della regolazione del glucosio la cui entità può essere variabile e che può manifestarsi sia prima, sia nel corso della gravidanza per poi risolversi subito dopo il parto (con il rischio di ripresentarsi a distanza di anni come diabete di tipo 2).
Circa il 10% delle pazienti con GDM presenta le stesse peculiarità immunologiche, cliniche e genetiche tipiche del diabete autoimmune di tipo 1 o del LADA (latent autoimmune diabetes of the adult). I dati su scala nazionale ed europea riferiscono che circa il 6-7% di tutte le gravidanze si ritrova a dover affrontare complicazioni derivanti dal diabete gestazionale.
Cause e fattori di rischio del diabete gestazionale
Il diabete gestazionale insorge, di solito, a seguito delle varie alterazioni ormonali legate proprio alla gravidanza; queste, infatti, aumentano la resistenza all’insulina e rendono le cellule meno sensibili alla sua azione. Neanche il pancreas, nonostante il proporzionale aumento della sintesi e del rilascio dell’insulina, è in grado di compensare tale deficit.
Di conseguenza, si può confermare che il diabete gestazionale può essere considerato “fisiologico” per certi aspetti e che, in quanto tale, non comporta gravi rischi né per la madre, né per il nascituro. Il periodo in cui il feto è esposto a malformazioni fetali congenite è quello compreso tra il concepimento e la decima settimana di gravidanza, mentre il diabete gestazionale (se non presente prima) si manifesta tendenzialmente dopo la 24esima settimana, cioè quando il feto ha già sviluppato organi e apparati.
Esistono, poi, alcuni fattori di rischio che predispongono una futura mamma al diabete gestazionale:
- condizione di obesità o sovrappeso ancora prima della gravidanza;
- presenza di diabete gestazionale in una gravidanza precedente;
- parenti prossimi affetti da diabete;
- precedenti figli con peso alla nascita superiore ai 4,5 chili;
- età superiore ai 35 anni;
- Paese di origine in Medio Oriente, Caraibi e Asia Meridionale (in particolare Pakistan, India e Bangladesh).
In tutti questi casi, alle future mamme è consigliato sottoporsi a screening periodici per monitorare costantemente il proprio stato di salute.
Quali sono i sintomi del diabete gestazionale?
Lo screening per il diabete gestazionale è, comunque, consigliato a tutte le donne in gravidanza, in quanto si tratta di una condizione quasi sempre asintomatica. Per individuarla, quindi, è necessario eseguire un controllo medico specifico.
In alcuni casi, tuttavia, possono manifestarsi sintomi quali:
- aumento della sete;
- aumento della frequenza della minzione;
- perdita di peso a fronte di un aumento della fame;
- infezioni ricorrenti, in primis la cistite;
- disturbi della vista.
Nel caso in cui dovessero manifestarsi uno o più sintomi tra quelli elencati, è necessario rivolgersi al proprio ginecologo.
Diagnosi del diabete gestazionale
Il metodo di screening del diabete gestazionale più diffuso si chiama GCT, cioè Glucose Challenge Test, ed è lo strumento che consente di ottenere una diagnosi. Consiste in un esame da carico glucidico con 50 grammi di glucosio che determina la glicemia a 60 minuti dall’ingestione della soluzione somministrata.
Come si leggono i risultati? Se, trascorsi i 60 minuti, la glicemia è superiore o uguale a 140 mg/dl ma inferiore a 180 mg/dl il test è positivo, ma non conferma comunque la presenza di diabete gestazionale. La conferma diagnostica, invece, deriva dal carico orale con 100 grammi di glucosio (OGTT), somministrato a seguito di un digiuno di 8-12 ore.
Nel corso dell’OGTT a 100 grammi si misura la glicemia a intervalli regolari: a digiuno, dopo 60 minuti, dopo 120 minuti e dopo 180 minuti dall’ingestione della soluzione glucosata. Se due o più valori glicemici risultano superiori a quelli di riferimento, allora si conferma la diagnosi di diabete gestazionale; se, invece, è uno solo il valore a essere superiore, allora si procede con la diagnosi di intolleranza glucidica in gravidanza.
L’OGTT non è necessario nel caso in cui l’esito del primo esame rivela che la glicemia è superiore ai 198 mg/dl, perché ciò indica indubbiamente la presenza di diabete.
Quali sono i rischi del diabete gestazionale?
Il diabete gestazionale, se accuratamente diagnosticato e monitorato, non comporta gravi conseguenze alla salute della mamma e del bambino. Se ciò non accade, però, si può incorrere nei seguenti rischi:
- macrosomia fetale: il neonato è più grosso del normale, poiché nel corso della gravidanza riceve un’elevata quantità di glucosio e, per reazione, produce più insulina. Quest’ultima, a sua volta, trasforma lo zucchero in grassi e sul bambino di accumula più tessuto adiposo;
- difficoltà durante il parto: se il bambino è troppo grosso il parto si rivela sicuramente più difficile;
- ipoglicemia neonatale: l’aumento dell’insulina persiste anche dopo la nascita, facendo abbassare la glicemia neonatale. Non appena nato, al bambino viene misurata la glicemia e, se necessario, gli si somministra dello zucchero per bocca per correggere l’ipoglicemia;
- difficoltà respiratorie neonatali: l’iperglicemia e l’iperinsulinemia rallentano lo sviluppo polmonare del bambino.
Per fortuna, è possibile evitare i rischi appena elencati affidandosi al proprio ginecologo e monitorando costantemente la situazione.
Terapie per il diabete gestazionale
Nella maggior parte dei casi, per tenere a bada la glicemia è consigliato seguire una dieta sana ed equilibrata, accompagnandola con una leggera ma costante attività fisica. Se ciò non è sufficiente, il medico può prescrivere farmaci appositi.
Nelle situazioni più delicate può essere opportuno monitorare giornalmente la glicemia, tramite il cosiddetto “profilo glicemico” utile per valutare i livelli di glicemia nell’arco delle 24 ore attraverso un piccolo prelievo di sangue periferico in orari stabiliti.
Si può prevenire il diabete gestazionale?
Tendenzialmente no, non è possibile prevenire al 100% la comparsa del diabete gestazionale. Di contro, però, si può fare attenzione ad alcune abitudini relative al proprio stile di vita per ridurre il rischio:
- se si è in sovrappeso prima della gravidanza è opportuno seguire una dieta alimentare adeguata e introdurre (o aumentare) l’esercizio fisico, con l’obiettivo di perdere i chili di troppo e raggiungere il peso forma;
- nel corso della gravidanza è preferibile non aumentare eccessivamente di peso, cercando di controllare l’apporto di calorie giornaliero e optando per un’alimentazione ricca di frutta e verdura.
Infine, è sempre sconsigliato ricorrere al fai da te sia per quanto riguarda l’alimentazione, sia in merito all’attività fisica. Il suggerimento è di rivolgersi al proprio medico, così come al ginecologo e/o all’ostetrica per ricevere i consigli più adatti. Da evitare assolutamente i regimi alimentari improvvisati e/o particolarmente restrittivi, soprattutto quelli che eliminano del tutto alcuni alimenti.

AUTORE
Dott.ssa Cristina Passadore
Ginecologo Milano
La Dott.ssa Cristina Passadore è una specialista in Ginecologia e Ostetricia con oltre due decenni di esperienza a Milano. Con una vasta esperienza clinica accumulata in istituzioni prestigiose come l’Istituto Europeo di Oncologia e l’Ospedale San Raffaele.
Il suo interesse per il benessere completo della donna, sia fisico che spirituale, si riflette nell’approccio olistico e attento che adotta con ogni paziente. La Dott.ssa Passadore è anche una Specialista Referente del Consolato Americano per la cura di pazienti stranieri e una Consulente Tecnica d’Ufficio del Tribunale di Milano.